Condizionamenti, Comandamenti ed Imperativi Interni: 3 sinonimi, stesso effetto

 

 

Ti è mai capitato di essere tra persone e non essere affatto d’accordo con quello che dicono ma comunque sorridere ed annuire?  Ti è mai accaduto di rinunciare in partenza ad un progetto perché da subito immaginavi di non poterlo realizzare in modo perfetto… e allora hai pensato che fosse meglio non fare nulla?  O ancora, ti è capitato di vivere momenti dolorosi e avere una gran voglia piangere ma far finta di nulla ed andare avanti come se niente fosse?

 

Queste tipologie di comportamento spesso hanno origine da condizionamenti ricevuti durante la nostra crescita, che arrivano dagli adulti di riferimento quali i genitori, i nonni ma anche gli insegnanti, attraverso messaggi precisi, parole ripetute nel tempo divenute “comandi”, o meglio “comandamenti”, impliciti pronti a venir fuori ad ogni occasione.

 

Questi “condizionamenti” si riferiscono appunto, a quei processi psicologici attraverso i quali le esperienze, l’ambiente, l’educazione, i media ed altre influenze esterne modellano i pensieri, le emozioni ed i comportamenti di una persona.

 

Tra i diversi condizionamenti proviamo qui ad osservarne tre tipologie, molto comuni, che ritroviamo spesso nei nostri comportamenti quotidiani:

 

  • Fai il Bravo (leggi Sii Perfetto) – questo comandamento ci mette alla continua ricerca della perfezione, ci impedisce di sbagliare, di lasciarci andare all’imperfezione e all’errore. La perfezione è un ideale che di fatto non esiste, al contrario ci allontana dalla nostra natura e dalla bellezza della nostra autenticità, fatta anche di errori, imperfezioni e flessibilità.

 

  • Compiaci (leggi “Fai quello che gli altri vogliono che tu faccia e Sii come gli altri vogliono che tu sia”) – questo comandamento, che può trovare la sua origine quando, come accade spesso da bambini, mentre si è in giro con i propri genitori, questi esortano a sorridere e salutare nell’incontrare persone. Il bambino vede che questo rende contenti si suoi genitori ed impara che compiacerli gli permette di assicurarsi il loro affetto. Nella vita adulta ciò impedisce il dire di No, di mettere dei paletti, di esprimersi per come veramente si avrebbe voglia, anche se questo volesse dire non essere d’accordo.

 

  • Sii Forte (leggi “Non Piangere” o peggio “Gli Uomini Non Piangono, Non fare la Femminuccia”, “Resisti, Vai Avanti”) – questo comandamento sopprime la possibilità di esprimere la propria vulnerabilità, la fragilità, porta via la capacità di chiedere aiuto nel caso se ne sentisse il bisogno. “Sii Forte” è un imperativo che può rendere la vita estremamente faticosa.

 

Appare chiaro che i bambini aderiscono a questi “comandamenti” perché interpretano che, così facendo, saranno amati dalle persone importanti, ma in tal modo, nel tempo, perderanno parti importanti di sé stessi.

 

Per vivere una vita autentica, che ci renda felici, dobbiamo reintegrare nella nostra routine quotidiana quelle parti di noi che abbiamo trascurato. Per fare ciò dobbiamo riconoscere quando gli imperativi interni influenzano la nostra vita e cercare di allentarli, almeno un po’.

 

Ad esempio, se ci si accorge di essere stanchi ma ci si sente obbligati ad andare avanti comunque, si può almeno fare una pausa per rilassarsi, anche di 10 minuti. Oppure, se si ha voglia di dire di NO ma non si riesce a farlo a causa di un condizionamento a compiacere, si può rispondere con un’espressione di dubbio come “non sono completamente convinto/a di quello che mi proponi”.

 

L’idea è di fare piccoli passi per liberarsi gradualmente dai condizionamenti e tornare ad essere le persone che siamo veramente.

 

Capire come funziona il condizionamento e riconoscere le sue influenze può aiutarci a sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e a fare scelte più informate nella vita quotidiana.